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Era previsto che la povertà scendesse ma, al contrario, nel 2020 crescerà. La responsabilità è del Covid-19 che, causando una forte crisi economica, ha accentuato le difficoltà di molte persone e famiglie in ogni parte del mondo. Secondo le statistiche fornite dalla Banca mondiale, la pandemia di coronavirus farà precipitare tra gli 88 e i 115 milioni di persone nella miseria. E, entro la fine del 2021, il numero di coloro che saranno costretti a vivere con meno di 1,90 dollari al giorno (la soglia della povertà riconosciuta a livello internazionale) potrebbe salire di 150 milioni di unità.
Dati preoccupanti che caratterizzano questa quarta Giornata mondiale dei poveri. che quest'anno si celebra domenica 15 novembre. È infatti la prima volta in oltre venti anni che il numero di persone in estrema povertà è destinato ad aumentare. Si tratta di una quota della popolazione mondiale compresa tra il 9,1% a il 9,4%, in peggioramento rispetto al 9,2% del 2017. Se la pandemia non avesse sconvolto il mondo, il tasso di povertà sarebbe sceso quest'anno, secondo le previsioni, al 7,9%.
Ma chi soffrirà di più di questa situazione? La povertà si abbatterà su persone le cui condizioni economiche pre-Covid erano abbastanza buone. Secondo la Banca mondiale, più di tre quarti delle persone che finiranno in estrema povertà vivono in Paesi a reddito medio, come India, Nigeria e Indonesia. Molti di loro abitano in città, sono istruiti, fino a qualche mese fa vivevano in buone condizioni. Tutto al contrario di quanto accadeva fino a due anni fa quando le persone più colpite dall’estrema povertà erano per lo più agricoltori che vivevano in villaggi nelle aree rurali.
Questa Giornata mondiale dei poveri è stata voluta da papa Francesco nel 2016 al termine dell’anno giubilare. «Sarà una Giornata che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo - aveva detto il Papa - e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa, non potrà esserci giustizia né pace sociale».
La Giornata mondiale dei poveri 2020 sarà diversa dalle altre. A causa dell’epidemia di coronavirus, la Messa presieduta da papa Francesco all’altare della Cattedra nella Basilica Vaticana alle ore 10 vedrà la presenza di un centinaio di persone soltanto, in rappresentanza dei poveri del mondo. Ma la pandemia non ferma la carità del Papa: si è attivata infatti per questa occasione, una rete solidale per portare cibo, mascherine e aiuti a migliaia di famiglie in difficoltà.
Il CSJ Missioni da anni lavora contro la povertà attraverso progetti che cercano di offrire alle comunità del Sud del mondo i mezzi per uscire da questa condizione. Per la Campagna natalizia, per esempio, si raccoglieranno fondi per aiutare le ragazze che frequentano l’ostello di Songea in Tanzania la possibilità di continuare i loro studi all’università. «Le suore e il CSJ Missioni – osserva Mariaelena Aceti, suora di San Giuseppe di Chambery che recentemente è stata in visita a Songea – hanno deciso di sostenere queste ragazze. È un impegno notevole, ma è fondamentale. Solo così possiamo assicurare un futuro alle studentesse più povere e più meritevoli. Garantire loro la possibilità di iscriversi all’università significa spalancare loro le porte al futuro. Essere medico, professore, traduttore, legale vuol dire aver fatto un passo avanti nella scala sociale ed essere in grado di vivere una vita senza l’affanno della povertà».