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Kebba e il sogno italiano

Galeotto fu il pallone. Una partita di calcio, come gesto di amicizia e vicinanza tra la squadra DuePiGreco e quella Città dei ragazzi, un’istituzione storica che accoglie i giovani in difficoltà. Tutto è capitato a Roma qualche anno fa. È il giugno 2017 quando Massimo Errico, direttore sportivo della DuePiGreco, riceve la proposta di organizzare il match. Accetta volentieri. È un gesto di solidarietà cui non può e non vuole sottrarsi. Il campetto della Città dei ragazzi è però malmesso così i giovani vengono ospitati nell’impianto della DuePiGreco. Il risultato? Chi se lo ricorda? Ma, alla fine, che cosa importa? È una giornata di amicizia, all’agonismo pensiamo un’altra volta. «È in quell’occasione che abbiamo conosciuto Kebba e, da allora, i nostri destini si sono uniti», ricorda Silvia Scipioni, vicepreside dell’Istituto San Giuseppe e mogli di Errico. E proprio Kebba è diventato il beneficiario di un progetto del CSJ Missioni.

Ma non corriamo. Dal giorno della partita Kebba Jammeh, stringe un rapporto particolare con la famiglia Errico. «Lui si è affezionato a noi e noi a lui - continua Silvia -. Noi siamo in quattro. Io e mio marito, mia figlia Alessia e mio figlio Domenico. Poi è arrivato Jammeh. Ha iniziato a frequentare la nostra casa. Ha fraternizzato. Qui ha ritrovato un ambiente sereno al quale fare riferimento quando non è alla Citta dei ragazzi». 

Un ambiente che lo aiuta a riconciliarsi con la vita. Kebba, come molti altri compatrioti gambiani, è fuggito da un Paese impoverito dalla ferocissima dittatura di Yahiya Jammeh (al potere dal 1996 al 2017). La miseria, le violenze, l’impossibilità di costruirsi un avvenire sereno l’hanno costretto a lasciare tutto e affrontare un viaggio che lo porterà prima in Libia e poi, attraverso un difficile viaggio in mare, in Italia.

Proprio le difficili condizioni di vita nel suo Paese fanno sì che le autorità italiane gli riconoscano lo status di rifugiato e gli accordino la protezione umanitaria. «Ogni festività e ogni vacanza - osserva Silvia - lui è con noi. Ormai è un membro della famiglia. Mio marito dice che è un ragazzo di rara dolcezza e gentilezza. Io sono completamente d’accordo con lui e lo stesso i miei ragazzi».

Kebba è anche studioso. Sui banchi si impegna, ci mette grande volontà. Silvia e Massimo lo aiutano in tutti i modi. «Kebba sta studiando per ottenere la qualifica di idraulico – sottolinea Silvia -. Noi lo sosteniamo. Io lo seguo nelle lezioni di italiano. Mio marito, che ha una lunga esperienza tecnica, lo aiuta negli insegnamenti più pratici. Kebba sa che questa è una grande opportunità per il suo futuro e quindi ci mette una dedizione ammirabile».

Quest’anno poi incontra il CSJ Missioni. «Io ho sempre studiato dalle suore di San Giuseppe e da 33 anni insegno nel loro istituto – ricorda Silvia -. Ho sempre aderito alle loro campagne. Quest’anno il CSJ Missioni ha offerto la possibilità di presentare alcuni microprogetti a favore di ragazzi e ragazze in stato di bisogno. Abbiamo chiesto di sostenere il costo della scuola guida e dell’esame per la patente di Kebba. La nostra proposta è stata accolta. Per lui è importantissimo avere la possibilità di guidare perché lo può aiutare nel suo lavoro una volta ottenuta la qualifica professionale».

Per il CSJ Missioni è un modo per stare vicino a un ragazzo che si sta costruendo un futuro.
 

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